lunedì 4 febbraio 2008

Valerio Evangelisti - Nicolas Eymerich, inquisitore


Stupore, compiacimento e un pizzico di insofferenza.
Ecco le sensazioni che mi ha lasciato questo libro, letto in due soli giorni, grazie alla sua fluidità e al ritmo sempre pressante della narrazione.
Come sempre succede quando il protagonista non è il buono di turno, mi è rimasto un retrogusto amaro, che però si compensa con la figura tutt'altro che fantastica di questo inquisitore, per quanto il contesto poi si sposti dal fantasy alla fantascienza.
Sicuramente il connubio tra generi differenti mi è piaciuto, perché, come sempre sostengo, un genere non deve mai risultare un'etichetta entro cui si è costretti a rimanere. I generi servono soltanto come punto di riferimenti, per capirsi insomma, ma non devono mai rappresentare dei limiti.
Tornando al libro in sé, ho apprezzato sicuramente la rielaborazione delle teorie "scientifiche" (in realtà la teoria degli psitroni non è considerata una teoria scientifica, ma quanto meno esiste ed è reale, non un'invenzione dell'autore), mescolando fantasia e realtà in un quadro surreale ma non così improbabile.
Molto interessante anche il legame creato fra i tre periodi temporali, è un qualcosa che mi ha sempre affascinata.
Insomma, un bel libro, di cui ho apprezzato la velocità e le dimensioni ridotte. Anche se di solito amo le divagazioni, credo che in questo tipo di narrativa sia fondamentale sorvolare, per non rendere il tutto troppo pesante.
Ora attendo di leggere i successivi, per vedere se alcune mie impressioni verranno confermate o meno. ;-)