venerdì 31 dicembre 2010

Isaac Asimov - Neanche gli dei

Devo fare pubblica ammenda: è il primo romanzo di Asimov che leggo, anzi, è la sua prima opera in assoluto su cui metto le mani.
Devo dire che mi sento parecchio in difetto per essere approdata così tardi su un autore tanto blasonato, ma forse, come sempre, certi libri arrivano quando è il momento giusto per leggerli e apprezzarli a dovere. Sono quei libri che aprono alcune porte segrete dello spirito e danno accesso a luoghi straordinari in cui la mente si perde ammaliata.
Non ho idea se "Neanche gli dei" sia uno dei migliori romanzi di Asimov, ma di sicuro è uno dei più belli che io abbia mai letto. E non perché sia scritto in modo particolarmente magistrale (Asimov è un ottimo narratore ma non al di sopra di tanti altri) o per la sorprendente originalità (anche se si respira sense of wonder ad ogni pagina).
Sono la profondità e l'umanità dei personaggi a renderlo un piccolo capolavoro nell'ambito del fantastico, aspetto così troppo spesso trascurati (e non sempre involontariamente). Decorare i personaggi con vizi e virtù li rende forse meno epici, ma decisamente più eroici.
Il romanzo è suddiviso in tre capitoli, di cui il primo rappresenta il grande antefatto, mentre il terzo ha il ruolo di concludere la vicenda. Entrambi sono ambientati nel nostro mondo, mentre il secondo ci trasporta in un universo parallelo, legato al nostro per via della sconvolgente innovazione tecnologica che fa da motore a tutta la storia.
E' proprio in questo capitolo centrale che il romanticismo e la bravura di Asimov la fanno da padroni. E' commovente, tenero, emozionante. Non importa quanto gli elementi siano estranei alla nostra visione del mondo, quanto Asimov si sia divertito a creare un mondo dove sembra tutto diverso. E' proprio in queste pagine che è più facile immedesimarsi, è l'alienità del contesto associata a sentimenti a noi noti che permette la magia e ci lascia a bocca aperta.
Sfido chiunque (a parte i fisici accademici! ^^) a infilarsi più facilmente nei panni di un fisico accademico piuttosto che in quelli di un padre di famiglia apprensivo e preoccupato che tutti stiano bene. Se poi la famiglia ha una struttura sociale (e fisica) completamente differente da quella a cui siamo abituati, è solo più divertente, no? E ci insegna molto più di quello che ci saremmo aspettati da un romanzo fantastico.