mercoledì 24 marzo 2010

Roy Lewis - Il più grande uomo scimmia del Pleistocene


Questo libro è, a tutti gli effetti, "uno dei più divertenti degli ultimi centocinquantamila anni", come giustamente esordisce Terry Pratchett nella sua presentazione.
E' uno di quei romanzi che continuerò a consigliare a tutti, a costo di risultare insostenibile, ma è sul serio un esempio di ottima scrittura, umorismo inarrestabile e, come se non bastasse, una bella affrescata di quella che è stata l'evoluzione dell'uomo verso il suo ergersi a specie intelligente al di sopra degli altri animali.
Preparatevi a ridere e a rotolarvi nel letto con le lacrime agli occhi (sconsiglio vivamente la lettura a sedere, almeno a fidarsi dello stesso Pratchett!), ma anche a riflettere amaramente sui vantaggi del progresso, inevitabilmente associati ai compromessi più cinici.
Non è la solita patriarcale in stile "si stava meglio prima", ma è un'analisi spietatamente semplice e lucida di quei meccanismi che ci hanno portato a essere ciò che siamo: esemplari di Homo sapiens sapiens.
Lewis non si abbandona a nessuna morale di parte, ci lascia nero su bianco i suoi pro e contro sull'evoluzione dell'uomo. A noi rimane l'onore (e l'onere) del bilancio.

Un'ultima nota. Per quanto si tratti a tutti gli effetti di un romanzo di fanta(prei)storia, con gli avvenimenti di migliaia di anni riassunti nel corso di un'unica generazione di individui, tutti gli elementi presentati non sono né campati per aria né inventati di sana pianta. Non si può certo considerare un testo divulgativo, ma tutto quello che leggerete è quanto più attinente possibile agli eventi ipotizzati dagli antropologi.

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