mercoledì 24 marzo 2010

Roy Lewis - Il più grande uomo scimmia del Pleistocene


Questo libro è, a tutti gli effetti, "uno dei più divertenti degli ultimi centocinquantamila anni", come giustamente esordisce Terry Pratchett nella sua presentazione.
E' uno di quei romanzi che continuerò a consigliare a tutti, a costo di risultare insostenibile, ma è sul serio un esempio di ottima scrittura, umorismo inarrestabile e, come se non bastasse, una bella affrescata di quella che è stata l'evoluzione dell'uomo verso il suo ergersi a specie intelligente al di sopra degli altri animali.
Preparatevi a ridere e a rotolarvi nel letto con le lacrime agli occhi (sconsiglio vivamente la lettura a sedere, almeno a fidarsi dello stesso Pratchett!), ma anche a riflettere amaramente sui vantaggi del progresso, inevitabilmente associati ai compromessi più cinici.
Non è la solita patriarcale in stile "si stava meglio prima", ma è un'analisi spietatamente semplice e lucida di quei meccanismi che ci hanno portato a essere ciò che siamo: esemplari di Homo sapiens sapiens.
Lewis non si abbandona a nessuna morale di parte, ci lascia nero su bianco i suoi pro e contro sull'evoluzione dell'uomo. A noi rimane l'onore (e l'onere) del bilancio.

Un'ultima nota. Per quanto si tratti a tutti gli effetti di un romanzo di fanta(prei)storia, con gli avvenimenti di migliaia di anni riassunti nel corso di un'unica generazione di individui, tutti gli elementi presentati non sono né campati per aria né inventati di sana pianta. Non si può certo considerare un testo divulgativo, ma tutto quello che leggerete è quanto più attinente possibile agli eventi ipotizzati dagli antropologi.

lunedì 15 marzo 2010

Jostein Gaarder - Il mondo di Sofia

Der Spiegel, come riporta la quarta di copertina de Il mondo di Sofia, asserisce che "Il mondo di Sofia di Jostein Gaarder è un successo letterario mai visto dopo quello del Nome della Rosa di Umberto Eco".
Se questo è vero mi devo essere perso gli ultimi vent'anni...
Questo genere di lanci pubblicitari da retrocopertina mi fanno sempre sbuffare, tanto più quando il contenuto del libro è meritevole di attenzione al di la del marketing e dell'ingiustificata altisonanza di recensioni inattente o di parte.

E' questo il caso de Il mondo di Sofia, un romanzo caldamente consigliatomi dalla mia dolce metà (fu una delle sue letture adolescenziali) che ieri sera ho tirato a finire facendo notte fonda. Il volume ha una dimensione consistente, forse intimidatoria per il giovane pubblico a cui è rivolto, ma scorre senza intoppi, grazie a uno stile semplice e chiaro, forse un po' troppo concettuale per un ragazzo e un po' troppo infantile per un adulto.
In effetti lo stile di Gaarder non è quello di un letterato; sembra invece che a scrivere sia un papà, o un bonario professore, che punta alla chiarezza prima che alla forma.
Il campo in cui questo romanzo brilla è evidentemente quello dei contenuti: nella forma di un quasi-psicogiallo, l'autore riesce a raccontare in pillole la storia dell'umano pensare. Per chi come me non ha frequentato il liceo (ho un diploma tecnico) è una specie di corso accelerato, ma non per questo frettoloso, di storia della filosofia. Ma ancor più, è un chiaro messaggio su cosa sia di fatto la filosofia. Gaarder ci insegna che siamo tutti potenziali filosofi: il filosofo è colui che si pone un certo genere di domande, non chi studia le risposte date dai grandi uomini nei secoli. Filosofo è spesso il contadino ignorante che non smette mai di chiedersi il perchè della fioritura o il bambino che non da nulla per scontato e indaga cause e motivi, senza fermarsi al mondo dei fenomeni registrabili dai sensi.

Da questo punto di vista il libro è una lettura autofiltrante: se siete il genere di persone che guardano la vita dipanarsi, magari godendone ogni istante, ma non vi siete mai posti domande dal sapore di perchè..., da dove..., verso dove..., a che scopo..., allora probabilmente il libro potrà anche non annoiarvi ma sarà pressochè inutile. Se invece qualcosa non vi da pace e una sorta di fastidioso senso critico nei confronti di voi stessi e del mondo vi costringe a frullare di continuo i pensieri fino a farne poltiglia, allora Il mondo di Sofia vi permetterà di scoprire che non siete soli.

Ma ho detto che questo libro è anche un quasi-psicogiallo: sì, Gaarder ha voluto immergere le lezioni di filosofia che il buon Albero Knox propina alla neoquindicenne Sofia Amundsen, in un'atmosfera onirica e particolare. Attorno ai due personaggi principali orbita un fitto mistero: chi è Hilde Møeller Knag? Sembrerebbe una coetanea di Sofia... sembrerebbe addirittura compiere gli anni lo stesso giorno, il 15 giugno. Ma perchè gli auguri di compleanno per Hilde arrivano fin dal mese di aprile Sofia, pur se le due non si conoscono?
Il legame tra i protagonisti e Hilde diventa sempre più evidente e, nel contempo, più misterioso, finchè Gaarder non decide di farne il movente effettivo di tutto il libro.
Dire di più sarebbe inutile e dannoso, ma sebbene la risoluzione di questo mistero sia ottimamente ritmata ed interessante, ieri notte ho chiuso la copertina chiedendomi se ce n'era davvero bisogno.

Il libro non è così magistrale da imporsi davvero come un must o un classico, pur se merita un posto nella libreria di ogni adolescente per l'ottimo contenuto sulla storia della filosofia. Almeno non più di libri come La chioma di Berenice, di Denis Guedj, romanzo di altissima qualità.
Forse Gaarder ha voluto appoggiare le sue lezioni su uno scheletro avventuroso proprio per renderle appetibili ed assimilabili ad un giovane. In questo caso temo che ad un certo punto l'azione prenda il sopravvento in modo troppo prepotente e che tenda a coprire l'importanza data alle lezioni di filosofia. L'istruzione di Sofia diventa un tema secondario e la concitazione degli eventi impone ad Alberto di tagliare corto, sintetizzando il pensiero dei grandi contemporanei in pastiglie difficili da digerire, pur se spiegate con estrema chiarezza.
Ma il vero problema è che ho immaginato me stesso a quindici anni scorrere rapidamente le sempre più asettiche pagine sui sistemi di Kirkegaard o Hegel per capire il segreto di Hilde, di fatto ignorando l'importante messaggio istruttivo del libro.

Un peccato. Un vero peccato.
Per questo motivo, pur senza assolutamente bocciare questa piccola perla della divulgazione per ragazzi (e non solo) ritengo che le parole dello Spiegel siano assolutamente fuorvianti. La letteratura contemporanea, e con essa i lettori, trarrebbe grande giovamento da un po' di obiettività editoriale.

Consigliatissimo quindi come regalo per un ragazzo un po' cerebrale o sensibile; ma se siete interessati a infarinarvi sulla storia della filosofia e trovare spunti di indagine per le vostre elucubrazioni sull'uomo e sull'universo, Il mondo di Sofia è un ottimo trampolino anche per chi tra gli adulti non ha avuto modo di approcciare questa materia fondamentale.