domenica 23 marzo 2008

Neil Gaiman - Nessun dove


Sono passati alcuni giorni da quando ho terminato di leggere questo libro divertente e scorrevole come un torrente di acqua fresca montana, eppure straordinariamente profondo e delicato nell'affrontare temi difficili come la morte e l'amicizia.
La quotidianità si affianca alla straordinarietà, dando origine a una miscela che confonde e che porta a chiedersi quale delle due realtà sia quella giusta, quella più vera.
Di sicuro l'inventiva di Gaiman è incredibile, riuscendo a rievocare in una Londra banale e grigia un mondo fantastico, letale ma meraviglioso.
La favola del protagonista è bella e condivisa, finché non giunge al termine. Ed ecco che lui chiede di poter tornare indietro, a quella Londra dove "la cosa più pericolosa a cui devi fare attenzione è un taxi che va di fretta".
Ora, immagino che quel passaggio fosse stato messo apposta per far sentire il lettore come una sorta di grillo parlante, di quello che sa che in breve tempo la Londra di Sotto avrebbe fatto sentire la propria nostalgia incontrastabile.
Invece, quando ho letto quella frase, la prima cosa che ho pensato è che sì, è tutto bello, tutto fantastico, ma quanto ci piace alla fine la nostra vita tranquilla, dove ti basta prendere un antibiotico se stai male o aprire un rubinetto per avere tutta l'acqua calda del mondo.
A tutti piace fantasticare su una realtà diversa, ricca di stupore, capace di farci dimenticare la monotonia che a volte piomba inesorabile nelle nostre esistenze, ma quanto saremmo veramente disposti a sacrificare per vivere la favola? Quanto saremmo disposti a rischiare per il brivido del fantastico?
Un libro leggero, carino, ma che ancora mi gira per la testa dopo giorni dalla lettura.
Un ottimo esempio di come anche uno stile ironico e poco ricercato possa plasmare contenuti degni di essere ricordati.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

di che lo devo leggere?

Unknown ha detto...

Direi proprio di sì. ^_^

Anonimo ha detto...

bello bello bello. vero.
misterecho