giovedì 17 dicembre 2009

Robert M. Pirsig - Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta


Ci sono libri talmente pregni di concetto da non poter essere trasposti in film, nonostante la storia sia in qualche modo raccontabile sullo schermo. O meglio, diciamo che un film lo si potrebbe anche fare, ma sarebbe un pallidissimo riflesso di ciò che il testo racconta.
Questo romanzo mette insieme narrativa, autobiografia e discussione filosofica in un impasto talmente omogeneo da non poter distinguere dove finisce la competenza di un genere e ne inizia un'altra.
Robert Pirsig racconta di un viaggio in motocicletta con suo figlio (ancora ragazzino) e una coppia di amici, ma racconta anche se stesso, il suo passato a volte ricordato a volte ricostruito, racconta la nascita di una filosofia, il percorso che questa segue dal primo germe inconsapevole alla forma complessa finale (ma mai definitiva).
Devo ammetterlo: è uno dei libri più affascinanti che abbia mai letto e Pirsig è eccezionale sia come autore che come insegnante.
Ha uno stile eccezionale, è capace di tenerti incollato una pagina dopo l'altra con la stessa abilità di un maestro dei thriller. E non ti rendi conto che ciò che desideri con tutte le tue forze è di seguire il filo dei suoi pensieri, srotolarlo insieme a lui per carpire piano piano il disegno segreto di quel qualcosa che sappiamo ma allo stesso tempo non sappiamo descrivere.
E in tutto questo non fa che propinare una lezione di filosofia e storia delle filosofie in un modo talmente appetibile che nessuno si sentirà uno studente frustrato.
La cosa sorprendente non è che presenta sia uno stile che un contenuto di buon livello: non c'è separazione fra le due cose! La qualità (parola che credo imparerete ad amare leggendo il romanzo) è insita nella forma, nel contenuto e nei concetti stessi. Tutto parla di qualità attraverso la qualità.

Ho intenzione di regalare questo libro a mio padre per Natale. Credo che apprezzerà. E' una persona molto cerebrale (a volte forse troppo!) e, cosa che non guasta, ha una bella passione per le moto.
Stavo infatti quasi per dimenticare che oltretutto è una piacevolissima lettura per chi ha fatto almeno un giro in moto abbastanza lungo per fermarsi col culo piatto e le ossa doloranti. Ci sono sensazioni che salgono alla mente immediate e fresche.

Diciamolo: è uno di quei libri che mi sento di definire un capolavoro. Non un capolavoro letterario in sé, ma un'opera straordinaria per una lettrice come me. Il valore relativo spesso va ben oltre quello assoluto, come i piccoli regali fatti col cuore.
Ecco, leggere questo libro è stato un piccolo ma stupendo regalo che mi sono fatta con tutto il cuore.

2 commenti:

Hiade ha detto...

Mmmmh... >:/ Regalo che ti ha fatto CHI?!
:D

In effetti la magia è che ti sia piaciuto così tanto anche se l'avevi preso "storto". Evento raro e già di per sè degno di nota.

'iao!

Unknown ha detto...

Eheh!
Sì vero, mi hai tirato scema finché non l'ho letto e di questo ti ringrazio (ma l'ho fatto apposta a non nominarti prima, così almeno tu commenti in questo blog!).

In realtà più che storto, non avevo proprio idea di cosa trovarmi di fronte. Immaginavo fosse un romanzo di viaggio, cosa che in effetti è, ma non di un TALE viaggio. ;)