martedì 16 febbraio 2010

Erri De Luca - In nome della Madre

Nota: questo libro è già stato recensito da Noemi qui.

Di ritorno da un fine settimana di trasferta, eccomi a recensire questo libercolo (di fatto un racconto nemmeno tanto lungo pubblicato in solitaria) la cui lettura mi ha impegnato ieri sera, lasciandomi in bilico tra la commozione e la nausea.

Sarò io o sarà la luna ma in questo periodo leggo libri sui quali non riesco a prendere una posizione precisa. In nome della madre è un libro realmente commovente. Parla della gravidanza di Miriàm (Maria) di Nazareth senza parlare dell'avvento del Cristo. Raccontando la vicenda di colei che, almeno nella nostra cultura occidentale, è la madre per antonomasia, percorre il miracolo di ogni madre, di ogni nascita.

Devo ammettere che, aspettando un figlio da poco, questo libro mi ha colpito allo stomaco. Il pregio più grande è quello di saper camminare a passi leggeri sui carboni ardenti della natività sacra - argomento sul quale s'è detto e scritto ormai tutto e il contrario di tutto - prendendosene quasi gioco in favore del più profondo mistero della natività umana, un mistero a cui tutti, prima o poi, ci troviamo di fronte.
Un pregio eccezionale, davvero. Ma forse anche un grande difetto. Sarà per la mia refrattarietà al dogma cattolico, sarà per l'atteggiamento ipercritico e la prevenzione ormai cronica, ma la prima cosa che mi sono chiesto leggendo era se c'era davvero bisogno di scomodare la Madonna per dare a questo libro una ragione d'esistere.

Forse non è così e io m'inganno. E poi ce ne vorrebbero di più di persone in grado di vivere e raccontare la fede come De Luca, con immanenza e semplicità. Il dubbio però mi rimane ed è questo che nausea: perchè, tanto per cambiare, raccontare la storia di quella donna così speciale, il cui figlio è venuto apposta per svelarci che tutti noi siamo ugualmente speciali?
Non so. La figura di questa Mariàm spavalda, quasi arrogante nella sua ragione e nella sua fede, incosciente e forte di questa incoscienza è un tale cliché che ormai mi stomaca. Eppure De Luca ha saputo dare un senso anche a questo, dando una splendida definizione di "grazia"; la grazia della quale Mariàm (come tutti i bravi bambini sanno) è piena.

L'altra cosa che mi lascia interdetto e un po' indispettito, per quanto ammirato, è scoprire di aver dovuto attendere che un uomo, non una donna, scrivesse qualcosa di simile. Prima di essere tacciato di sessismo o peggio: mia moglie è rimasta commossa ed incantata da quest'opera, decisamente più di quanto non lo sia stato io. Quindi non sto elogiando a spada tratta la sagacia dello scrittore masculo.
Invece, mi sono chiesto come mai non ho mai letto o ascoltato nulla di simile nell'opera di una donna. E forse proprio nelle ultime pagine, De Luca mi ha voluto dare una spiegazione tra le righe. Quante volte sentiamo dire che un uomo non può capire il mistero di una nuova vita? Certo, non può viverlo, come non può vivere nel petto, nella testa di un altro uomo, femmina o maschio che sia. Questa menomazione ce la portiamo dentro; a chi importa di più, a chi importa di meno.
Ieri per la prima volta mi sono scoperto a pensare che in parte vi sia una sorta di gelosia intima e sprezzante in questo luogo comune tutto femminile; la stessa gelosia con la quale certe mogli si fanno beffe degli uomini incapaci di cucinare un piatto di pasta col pomodoro. Si lamentano di tutto il genere maschile, portando i loro viziati mariti ad esempio, facendo di tutta l'erba un fascio e dimenticando gli stuoli di grandi chef (uomini) che popolano le cucine di ogni dove. Atteggiamento identicamente maschile peraltro (solo su altri argomenti).

Ieri io e mia moglie siamo rimasti abbracciati a leggere e condividere in silenzio questo mistero; ognuno a modo suo ma vicini e partecipi l'un dell'altra e -assieme- di nostro figlio. Ecco, mi duole un po' che questa splendida emozione ci sia stata regalata da un uomo... sa si esperienza posticcia, di ottima fiction.

In ogni caso, meglio che un libro ti lasci interdetto che indifferente. Quindi, complimenti a De Luca per questa piccola perla che ogni coppia dovrebbe leggere durante la prima attesa.

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